Hoc Itinere (durante questo viaggio)

 Ideazione di Sergio Porro

Realizzazione del Teatro Artigiano in collaborazione con Don Lino Cerutti, la cooperativa  In Cammino, il Laboratorio Teatrale Città di Cantù

Giovedì 17 giugno 1993: è l'alba.

La città si sveglia e con grande stupore vede il campanile ferito: il campanile, dalla cima all'orologio, si presenta bendato e sanguinante... 

 

 

... lungo lo spigolo volto a sud-ovest, all'altezza più o meno della cella campanaria, il campanile mette in mostra una tumefazione

che ha avuto bisogno di abbondanti fasciature... 

 

 ... e una seconda massiccia tumefazione sta degenerando ai suoi piedi, proprio davanti al portale d'ingresso della Chiesa...

Sabato 19 giugno 1993: è il crepuscolo. Gente e bestiame si ritrovano sul prato davanti alla basilica di Galliano. La basilica è chiusa.

Tra la gente si notano alcuni carri... un uomo sta disponendo una flebo ai lati di una barella per curare una malata molto grave... 

Sul primo carro si notano sette uomini che impugnano sette trombe...

... sul secondo carro sono stati composti alcuni cadaveri...  

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E' tempo di mettersi in cammino. Spontaneamente si forma un corteo di persone che vanno verso il campanile ferito...

Queste persone, durante questo viaggio, si fermeranno soltanto sette volte, per bussare a sette porte...

 

La prima porta. Un uomo bussa alla prima porta. Quando gli viene aperto, due donne gli consegnano ciò che portano tra le braccia. La prima donna ha una pietra  e la seconda la chiesa di San Paolo in modello di legno. L'uomo accetta e ringrazia. Mostra ai presenti le offerte ricevute  mentre tutti si preparano ad avviarsi lungo la strada. Qualcuno prende con sé questi doni. E li mostra a chi gli è vicino. Gente che si guarda. Gente che si sorride. Gli uomini delle sette trombe lanciano squilli.

La seconda porta. Un uomo bussa alla porta. Bussa più volte. Compare una donna. I due si guardano a lungo. Non parlano. La donna entra in casa e ricompare con un grosso pane che porge a chi ha bussato. L'uomo lo prende. Fa un cenno di ringraziamento. Rientra nel gruppo. Gli uomini delle sette trombe lanciano squilli, mentre l'uomo che ha accettato il pane distribuisce bocconi a chi gli è accanto. Intanto, tutti insieme riprendono il cammino.

 

La terza porta.   Un uomo bussa alla terza porta. Questa porta si apre davanti a un cortile dove si vedono sette adolescenti danzare.

Fanno una danza umile e leggera. Una danza senza musica, lievemente sussurrata, che ha qualcosa di sacro e di misterioso.

Durante i loro movimenti i danzatori offrono fiori ai presenti. Tutto finisce nel silenzio. All'improvviso gli uomini danno fiato alle sette trombe...

 

 

La quarta porta. Quando si bussa alla quarta porta, non si ricevono risposte immediate. 

Ma quando questa porta si apre,  si vedono alcune persone che accompagnano Lazzaro appena risorto. Lazzaro è ancora tutto bendato.

Le donne lo consegnano all'uomo che ha bussato.  I due si abbracciano a lungo. Alla fine l'uomo sbenda la testa di Lazzaro.

Toglie le bende finché non compare il suo volto. Tutti lo guardano a lungo e gli sorridono.

Gli uomini delle sette trombe lanciano squilli. Lazzaro entra nel gruppo e si mette in cammino. 

La quinta porta.   Un uomo bussa alla quinta porta. Bussa più volte. Gli apre il padrone di casa che gli mostra una cena imbandita all'aperto. 

 I due non si dicono niente...  Ma è chiaro che l'ospite fa accomodare alla sua tavola l'uomo che ha bussato. Quest'uomo si accomoda.

Altri possono accomodarsi. Non c'è bisogno che qualcuno si parli. Intanto da fuori gli uomini delle sette trombe lanciano squilli.

 

La sesta porta. Quando si bussa alla sesta porta, più volte e con violenza,  compare una donna vestita di bianco. Una sposa.

Ha nelle mani una falce e una clessidra. Poi, sorridente, allunga le braccia all'uomo che ha bussato e gli dona gli oggetti che ha nelle mani.

L'uomo accetta benevolmente.  Mostra agli altri questi nuovi doni che ha ricevuto. Gli uomini danno fiato alle sette trombe.

 

La settima porta è quella della Chiesa con il campanile ferito. Quando si bussa a questa porta, è quasi bello ascoltare. Percepire il mistero.

 Da dentro arrivano voci e sorrisi. Alla fine la porta si spalanca di colpo ed escono numerosi bambini festosi e urlanti...

 

 

... Le persone sono arrivate sul piazzale e, insieme ai bambini,  vedono file di tavoli. E sopra ai tavoli molti cibi poveri:  pezzi di pane, ciliegie, altri frutti...

Spontaneamente si avvia una cena collettiva... Sotto il campanile si diffondono le note del "Veni Creator Spiritus", di Gustav Mahler: i malati si alzano...

i cadaveri diventano vivi e lasciano il carro... alcuni infermieri tolgono le bende al campanile ferito...  

 

 

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